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venerdì 10 aprile 2015

OUTLANDER Recensione 1x09 "The Reckoning"



COMMENTO DI ALICE

Cari followers, vi rubo cinque minuti prima di lasciarvi alla recensione super professionale di Ocean dell’attesissima nona puntata di Outlander perché devo, assolutamente DEVO fangirlare come una pazza, altrimenti potrei esplodere in mille pezzi! Sopportatemi, sarò breve. Giuro!

1- Amo il punto di vista di Jamie, i pensieri di quel ragazzo sono adorabili e lo rendono ancora più sexy, per quanto lo ritenessi umanamente impossibile. In questa puntata, per la primissima volta, Claire finisce in secondo piano e le luci dei riflettori sono puntate tutte su di lui, per la gioia mia e di milioni di donne in tutto il mondo. Se prima volevo la sua gigantografia sul comodino, ora voglio la statua in marmo in salotto. Con buona pace di mio marito.

2- La breve ma curatissima scena con Black Jack Randall è un tassello fondamentale che non dovete lasciarvi scappare, soprattutto se non avete letto il libro, perché ci rivela la natura ossessiva e malata del rapporto che lo lega al nostro bel Jamie. Poi non ditemi che non vi ho avvisati!

3- Gli ultimi dieci minuti della puntata sono valsi i mesi di attesa e sofferenza, sono un concentrato incredibilmente intenso di romanticismo e di passione. Sam e Cait dimostrano un’intesa pazzesca e ci regalano una scena di un erotismo così potente che se mi chiedessero “Conosci Christian Grey?” la mia risposta sarebbe “Christian chi?” Come mi ha giustamente fatto notare un’amica, mettere Jamie F. e Jamie D. nella stessa frase è un’eresia, quindi non lo farò. Ops! L’ho appena fatto! Jamie... PUNISCIMI

Ok, ho promesso di essere breve e sono una donna di parola (vedi Jamie quante cose abbiamo in comune?), quindi lascio la parola a Ocean, lei sì che è una professionista, mica come me...


COMMENTO DI OCEAN

Abbiamo aspettato...
12 anni. Ad Azkaban.
No... In realtà sono stati 7 mesi... Ma la sensazione era quella!

Abbiamo aspettato e siamo stati premiati. 
Con la puntata più intensa, divertente e straziante che la serie abbia avuto finora. 
Fatemi fare una premessa: pensavo che ne sarebbe scaturita molta più confusione. La maggior parte dei fans della serie non ha letto i libri, quindi può essere difficile capire le motivazioni di Jamie e il contesto del periodo storico che stiamo affrontando in Outlander.
Già con il promo dell’episodio avevamo avuto i primi isterismi pseudo-femministi contro il nostro povero scozzese e le parole “Tu sei mia moglie ed una mia proprietà”. Sapendo cosa sarebbe successo dopo, pensavo scendessero tutte in piazza con le maschere nere da Black Block.

"Tu sei mia moglie!"
E INVECE NO. 
La maggior parte di loro si sono calmate. Hanno addirittura riso della faccia goduta di Jamie mentre cinghia il sedere di Claire senza pietà, dopo che lei gli ha tirato addosso qualunque cosa.
E, se ve lo state chiedendo, no. Non per merito del fatto che alla gente è cresciuta l’intelligenza durante la notte o perché si sono messe a leggere (purtroppo), ma per l’ottimo lavoro della regia e degli sceneggiatori.
Che è stato spettacolare.

Una scena così ben scritta non la vedevo da tanto tempo. Ma davvero troppo. E con grande soddisfazione posso finalmente dire: dopo quello del matrimonio, abbiamo superato il secondo dei cinque step più impegnativi della serie. Chi ha letto i libri sa di cosa parlo, agli altri non lo dico per non spoilerare!
E direi che lo abbiamo superato anche in maniera davvero brillante. Come sempre, devo elogiare la genialità degli autori nel sostituire il punto di vista di Jamie nell’episodio rispetto a quello di Claire nel libro. 
Già dall’inizio della serie era ovvio e scontato che la crew responsabile della creazione di Outlander avrebbe dato molto più spazio alla parte storico-politica di quanto non abbia mai fatto la Galbadon, cosa che a me sta benissimo. In questo episodio ne abbiamo la definitiva conferma.

Il punto di vista di Jamie non serve solo a creare uno stacco netto tra i due tronconi della narrazione, ma ad arricchirla di dettagli che nel libro vengono a mancare, o sono trattati in maniera affrettata e lacunosa a causa delle continue riflessioni di Claire sulle proprie sfighe e sul proprio rapporto col neo-marito.
Qui invece, oltre a completare il quadro della personalità di un personaggio finora poco approfondito, questo stravolgimento di POV ci permette di addentrarci meglio non solo nella “filosofia” della Scozia del 1743 ma anche nella politica, nelle dinamiche della ribellione giacobita, nelle convinzioni e nei principi che guidano i personaggi ad agire in nome di un re teoricamente illegittimo.

Ritroviamo Jamie dove lo avevamo lasciato.
Non abbiamo quindi solo il salvataggio di Claire da Fort William e le dinamiche personali tra i protagonisti che vengono a svilupparsi (nell’ottica di una donna “moderna” che affronta la situazione femminile del 1743), ma anche l’introduzione del conflitto tra i doveri di un Laird verso la sua gente e le sue convinzioni personali, la rivoluzione vista come un dovere nei confronti degli scozzesi, il rispetto della volontà del popolo vessato da un governo che non sente proprio, l’importanza del rispetto di giuramenti che, nella tradizione millenaria che risale ai pitti, diventa una filosofia di vita, più che un semplice attestarsi della scala gerarchica su cui la società scozzese basa la propria vita. Tutte tematiche che nei libri sono trattate un po’ un tanto al metro.

Primo tentativo di abbordaggio fallito!
Altra cosa che ho apprezzato molto, nonostante le implicazioni, è stata la scena con Laoghaire.
Nei libri, Jamie rimane molto vago sulle spiegazioni date alla ragazza in merito al matrimonio affrettato con una “Sassenach”. Il discorso è subordinato ai momenti romantici tra lui e Claire, ed alla loro ritrovata intesa dopo la punizione (cosa della quale voglio parlare nello specifico più avanti).

Qui invece, sempre grazie al cambio di narrazione, abbiamo un chiarimento: il doppio rifiuto di Jamie che vuole rimanere fedele alla moglie e non vuole insultare la ragazza, ci mostra davvero quanto questo giovane scozzese ami Claire, forse anche più della frase “Mi stai strappando le viscere” che pronuncia alla fine del litigio.

Secondo tentativo di abbordaggio fallito!
Non è solo la sua educazione da gentiluomo a parlare, o l’innato senso dell’onore e del rispetto che sembra parte del DNA degli scozzesi, ma un sentimento puro e profondo, che gli impedisce di agire come il 90% dei suoi coetanei e insultare Claire tradendola. Dato che il senso del rispetto per le mogli non si applicava...

Di solito lascio le parti migliori per ultime, e infatti qui siamo arrivati: il rapporto tra Jamie e Claire.
Ho letto di tutto, in questi 5 giorni. Gente che rivuole il POV di Claire per potersi concentrare solo su quello. Gente delusa dal fatto che manchi di intensità (Ragazze lasciatevelo dire: rivedete un paio di priorità!), gente che “Ah ma hanno tolto il racconto di Jamie delle cinghiate che gli dava suo padre”, gente che “Non è identico al libro e non mi piace” (Quelli ci sono sempre).
Parere personale: non avrebbero potuto rendere meglio nessuna delle scene che ci hanno mostrato. Che sono eccezionali, ed eccezionalmente ben fatte, e recitate davvero bene.
La famosa scena della punizione
A partire dal litigio successivo al salvataggio, una parte del quale avevamo già visto nello sneak peak della settimana scorsa, nel quale l’intensità delle parole e degli sguardi si tagliava letteralmente col coltello,  per finire con la scena del giuramento in camera da letto.
Passando per le sculacciate che, diciamocelo, sono state un siparietto decisamente comico.
“Sembra che lassù si stia scatenando l’inferno” è stata la battuta credo migliore di tutto l’episodio, con il resto della banda che ascolta la sfuriata, gli insulti e i tonfi di quella che sembra essere una rissa in piena regola.

Il giuramento di Jamie
A parte gli scherzi: parliamo della scena del giuramento.
Perché se le urla di Claire nella foresta strappavano le viscere a Jamie, a me le viscere le ha strappate questa meravigliosa riconciliazione.
Punto primo: perché terribilmente voluta da Jamie stesso, che decide di porre fine ai capricci di sua moglie e di differenziarsi dalla mentalità retrograda della propria epoca ponendosi come suo pari.
Ed è un passo importante. Ed assume ancora più importanza perché finalmente ci viene spiegato dal punto di vista di lui, che riflette sulle proprie “colpe” e, cosa davvero insolita, riesce a calarsi nei panni di Claire non solo in quanto “straniera” forzata ad un matrimonio “riparatore” che potrebbe salvarla, ma anche come donna.

Jamie capisce che Claire potrebbe anche non amarlo. Ma la ama. Ed è disposto a perdonarla, e a passarci sopra. Questo giuramento, molto più del matrimonio, sigla la resa definitiva di un uomo e di una mentalità, non solo di un marito. Finora avevamo visto donne usare la propria arguzia, l’inganno e la semplice arte amatoria per ottenere dai mariti ciò che desiderano. Geillis Duncan arriva persino ad usare sedativi per tenere calmo il proprio marito, ovviamente senza che lui se ne accorga. Persino Laoghaire tenta di usare il proprio corpo per avere con l’inganno l’uomo che desidera. Non ci avevano ancora mostrato, a parte i brevi scorci del passato di Claire con Frank, un rapporto uomo-donna alla pari.
Nel mondo segreto delle donne del diciottesimo secolo, gli uomini credono di comandare e le donne tengono le redini della casa e della propria vita grazie alla sottigliezza, mai alla sincerità. Per questo Claire e Jamie spiccano in contrasto così netto. Grazie a questi piccoli particolari che gli autori hanno sparso, come briciole di pane per ritrovare casa, sul sentiero degli episodi precedenti a questo.
Geillis, Laoghaire, le donne del villaggio che fissano la tintura alla lana (non dirlo agli uomini, è il nostro segreto), Mrs.Fitz e il suo modo di trattare i ragazzi... persino nello sguardo della moglie di Colum vediamo lo stesso malcelato disprezzo. Eppure, grazie a Claire ed alla sua ostinazione, Jamie cambia prospettiva... e la fa cambiare a lei. Lui non è un bruto, lei non è una donna comune.

Il giuramento di Claire (hai capito che donna!)
Ed ecco che è lui ad inginocchiarsi e chieder perdono. E lei a puntargli una lama alla gola e promettergli che gli strapperà il cuore se si azzarderà ad alzare ancora le mani.
Ed è lei che lo cavalca, brutalmente, affermando il suo possesso su di lui come lui aveva fatto all’inizio dicendole: “Sei mia moglie e una mia proprietà”.

E infatti, una volta compreso che non esiste “avere” ma solo condividere, ecco che la scena cambia. 
“Sembra che non possa avere la tua anima senza perdere la mia.”
Non è affermazione di possesso, ma uno scambio alla pari. E’ reciprocità. Quella reciprocità che non avevano mai condiviso perché ancora non conoscevano tutto l’una dell’altro. E no, non c’è bisogno, sullo schermo, del raccontino di Jamie sulle cinghiate prese dal padre per arrivare a questo punto. In questo contesto fatto di immagini e di sguardi, un racconto del genere sarebbe stato sminuire l’intelligenza e la perspicacia di Claire, mettendola buona con una storia per bambini atta a farle capire come ragionano gli uomini.
Claire non è ritardata. Anzi. Capisce Jamie fin troppo bene. L’eliminazione di una parte che ho trovato sinceramente superflua anche nel libro (aggiunta alla narrazione tralasciabile: è un espediente per chi non è granché versato nella descrizione dei sentimenti dei personaggi) ha rinfrescato la scena del giuramento, togliendole quell’aria patinata da romanzetto di seconda categoria, dandole nuova profondità ed uno spessore molto maggiore.

Finalmente Claire e Jamie si conoscono per quello che sono, definitivamente. Ora manca soltanto l’ultimo passo verso Craigh Na Dun.
E comunque: DIO BENEDICA MADRE SCOZIA. Guardate questa puntata con una bottiglia d’acqua a portata di mano perché la mia salivazione, negli ultimi 10 minuti, si era totalmente azzerata.


Arrivederci alla settimana prossima!!!




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