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sabato 4 aprile 2015

SERIE TV OUTLANDER: Dove eravamo rimasti?


RIASSUNTO DELLE PRIME OTTO PUNTATE DELLA PRIMA STAGIONE DI OUTLANDER, ANDATE IN ONDA IN AMERICA. 

Articolo di Ocean

Oh, che emozione! Per il mio primo articolo, parlare proprio di Outlander!
Bene.... una piccola introduzione è d’obbligo.

Nel lontano 1991, Diana Galbadon pubblicava La Straniera (titolo originale del romanzo “Outlander”), esperimento di scrittura basato in gran parte su una puntata particolarmente gradita della serie cult britannica Doctor Who. Non avrebbe mai pensato che un romanzo simile, scritto per imparare a scrivere, ricevesse un tale riscontro di pubblico.

Passano gli anni. Ad Outlander si aggiungono Dragonfly In Amber, Voyager e Drums of Autumn, mentre dal tardo 2000 in poi, si inizia a parlare di una trilogia cinematografica dedicata a quella che, nel frattempo, era diventata una vera e propria saga letteraria di indiscusso successo. Per anni si ipotizzano fancasting fantasmagorici, e registi di successo ammettono e poi smentiscono di aver preso in mano questa meraviglia.

Finché, un bel giorno, a 13 anni dai primi mormorii e a ben 22 dalla prima edizione del primo volume, ecco che la Starz annuncia l’impossibile: i diritti per Outlander sono stati acquistati, i provini per i protagonisti sono in atto. SI FARA’ UNA SERIE.
E così inizia l’avventura della trasposizione televisiva di OUTLANDER.

Cito da un mio articolo a riguardo:
“Ci sono certe cose che non colpiscono prima la vista.
Quelle cose che, a differenza delle altre, impattano prima sull’anima e sul cuore che sui cinque sensi.
Outlander è una di queste.
Outlander  è come la sua musica, quelle meravigliose ballate celtiche che ci riportano ai tempi di Braveheart, che partono lente e sembrano dolci come un biscotto appena tolto dal forno, per scatenarsi subito dopo in un tumulto di emozione che lascia con i piedi doloranti, il fiato corto, le guance rosse e una voglia incredibile di tornare subito a ballare.
E nonostante inizi in sordina come uno di quei vecchi romanzetti che leggevamo in spiaggia d’estate, in cui la bella eroina di un’epoca castigata a caso apriva le gambe dopo dieci pagine, che neanche le porte di Notre Dame davano asilo così in fretta (ammettiamolo: quei romanzi li si leggeva proprio per quello), arriva ad un climax potente, antico, uno di quei momenti alla “Nebbie di Avalon”, in cui vorresti girare attorno al cerchio di pietre anche tu, invocando la Dea e i mondi che si aprono a Samhain.”

Oltre ogni mia più rosea aspettativa, la serie tv creata da Starz mette una pezza a tutte le inesattezze e le imprecisioni affrettate della Galbadon, risultando potente come impatto e accurata, sia nel tratteggiare i personaggi che nel colmare le lacune della storia cartacea attraverso una precisissima ricostruzione storica, scene leggermente modificate e altre aggiunte letteralmente da nuovo, o attraverso il cambio ben azzeccato di un paio di dettagli significativi.
Unica pecca: la frammentazione.

Per creare una serie tv di questa accuratezza, Starz ha avuto bisogno di tempo. Ogni episodio da un’ora ha alle spalle un intero mese di riprese, cambi di meravigliosi costumi, location scozzesi da sogno e riproduzioni delle stesse in studio, per non parlare dell’uso della CG in post-produzione (ad esempio per le gambe di Colum), che allunga decisamente i tempi di distribuzione.

Questo implica la divisione netta di Outlander i due tronconi da 8 puntate ciascuno, mandati in onda a distanza di più di 7 mesi l’uno dall’altro soprattutto a causa del fatto che la seconda parte della serie, a settembre, non era ancora stata girata, in attesa di sapere se il feedback del pubblico e del solidissimo fandome della saga cartacea sarebbe stato positivo o negativo.

Non c’è che dire: Outlander ha fatto innamorare tutti, sebbene uno zoccolo duro dei più scettici vada ancora lamentandosi della scelta di Caitriona Balfe e Sam Heughan come protagonisti (alcune delle fan più rompiscatole si sono improvvisamente convertite all’amore per Sam dopo l’episodio The Wedding... chissà perché!)

Ad ogni modo, questo incredibilmente lungo lasso di tempo, per coloro che non sono fan dei re-watch, può essere problematico. E io sono qui proprio per rinfrescarvi la memoria su dove eravamo rimasti

Claire Beauchamp Randall ha servito come infermiera per l’intera durata della seconda guerra mondiale. Al suo ritorno a casa, lei ed il marito Frank non si vedono da 5 anni. 
Decidono così di partire per la Scozia, alla ricerca di notizie su un antenato di Frank vissuto in prossimità di Inverness attorno al 1740.

Ed effettivamente, durante un’escursione solitaria in un circolo di pietre chiamato Craigh Na Dun, Claire accidentalmente si ritrova catapultata proprio nel 1743, pochi anni prima della rivoluzione giacobita in Scozia, e proprio tra le braccia di Jonathan “Black Jack” Wolverton Randall (interpretato, così come Frank, dal talentuosissimo Tobias Menzies), Capitano dei Dragoni di sua maestà britannica. Che tenta di violentarla, così per gradire. E al quale lei sfugge grazie all’aiuto di uno sconosciuto scozzese.

Da qui, inizia l’avventura di Claire come ospite del Clan MacKenzie, in un’epoca non sua, dove solo il suo carattere forte, il suo coraggio e la sua abilità come 'guaritrice' la salvano più volte da accuse di essere una spia inglese e una donna di malaffare.

Nonostante l’iniziale diffidenza scozzese, ben presto Claire sa dare prova del fatto di essere una risorsa indispensabile ai MacKenzie e al loro Laird, prendendo il posto del guaritore del castello.

Più di una volta progetta la fuga da Castle Leoch (sede del clan) verso il circolo di pietre, nella speranza che toccandole di nuovo esse possano riportarla alla sua epoca, e più di una volta fallisce miseramente, mettendo nei guai l’unica persona che sembra disposta a proteggerla in quei tempi ostili: Jamie, nipote del Laird, costretto a vivere una vita in incognito per sfuggire alla taglia per omicidio messa sulla sua testa dallo stesso Black Jack Randall che ha così impietosamente attaccato lei.

Stringe amicizie (con la Signora Fizgibbons, con Geilis Duncan la moglie del magistrato del villaggio, con lo stesso Laird dei MacKenzie, Colum) e si fa qualche nemico (Padre Bain in particolare, prete ostinatamente bigotto e fanaticamente devoto, che la vede come una strega), e arriva quantomeno a farsi rispettare dai più, fino al momento di partire, assieme al gruppo comandato da Dougal MacKenzie (fratello di Colum e comandante delle truppe del clan), per il viaggio annuale di riscossione dei tributi.

Qui, Claire scopre un segreto che si rivelerà di vitale importanza: Dougal è un un rivoluzionario giacobita. Tutti i MacKenzie lo sono. Assieme ai tributi, Dougal raccoglie di nascosto fondi per la futura rivoluzione scozzese che Claire sa, venendo dal futuro, fallirà miseramente da lì a qualche anno, costando alla Scozia non solo l’indipendenza, ma migliaia di vite e la messa al bando della gran parte delle tradizioni popolari.

Ma Claire è cambiata, durante i mesi del suo soggiorno tra i MacKenzie. Ha compreso le motivazioni della rivoluzione e la voglia di libertà degli scozzesi. Ha simpatizzato, incredibilmente, con quella gente rude e poco incline alla fiducia nei confronti di una Sassenach, una straniera, ed è questo che la porta ad una svolta decisiva nella sua stessa vita.

'Invitata' alla tavola del generale al comando delle truppe di stanza ad Inverness, Claire fa il madornale errore di dimostrare di comprendere le ragioni degli scozzesi, e questo scatena su di lei la rivalsa di Black Jack Randall, che pretende di interrogarla a Fort William convinto che lei sia una spia scozzese in incognito, pronta a rivelare importanti segreti ai rivoluzionari.
Dougal, per salvarla, le propone allora l’unica via di scampo possibile: trasformarla in una scozzese a tutti gli effetti. Come cittadina scozzese, Randall non avrebbe il potere di convocarla per un interrogatorio che potrebbe costarle giorni di sevizie e torture.

Ma l’unico modo per farlo è sposare uno scozzese. Uno scozzese imparentato con il Laird Colum, e quindi di origini nobili.

E’ così che Claire Beauchamp si ritrova a sposare James (Jamie) Alexander Malcom MacKenzie Fraser, intrecciando definitivamente la sua già complicata vita con quella di questo giovanotto scozzese dal carattere focoso, dal fisico statuario e dall’animo disperatamente nobile.


Questo ragazzone innamoratissimo di lei, che per farla felice arriva a contrattare con Dougal un vero matrimonio in chiesa e che le si trovi un abito adatto. Che la chiama “Mo nighean donn”, che riesce a vincere la sua reticenza e farla sorridere, e che ovviamente ha una tragica storia alle spalle, che gli segna non solo l’anima ma anche il corpo.

Claire, tra le braccia di Jamie, ritrova un po’ della serenità e della felicità che le era mancata dal suo salto nel tempo, intrecciando con lui una relazione fatta di scoperte e prime volte, senza però mai rivelargli la verità.

Di ritorno verso Leoch, in una delle rare occasioni di privacy che i neo sposini hanno, vengono però attaccati da due giubbe rosse disertori, e Claire è costretta ad ucciderne uno per salvare se stessa e Jamie. Questo la sconvolge.

Nonostante avesse assistito a più di un orrore durante la guerra, nonostante lo abbia fatto per salvarsi e per salvare l’uomo che ha sposato e che la ama sopra ogni altra cosa, l’uccidere un uomo la segna, e le fa capire che la vita nel 1743 non fa davvero per lei.

Lasciata sola dagli uomini, costretti a fare una deviazione per incontrare un losco individuo che dovrebbe poter scagionare Jamie dall’accusa di omicidio, Claire scappa dal campo per cercare di raggiungere Craig Na Dun e il circolo di pietre, mentre in uno stupendo parallelo Frank, nel 1945, visita per l’ultima volta l’antico sito prima di lasciare la Scozia dopo mesi di infruttuose ricerche della moglie scomparsa.
Ma proprio mentre Claire sta per toccare la pietra che la riporterà alla sua vita di sempre, gli uomini di Randall la catturano, conducendola da lui per il mancato interrogatorio.

Abbiamo lasciato la serie qui, proprio mentre Randall, stanco delle menzogne di Claire, stava per abusare di lei e torturarla... e un Jamie selvaggio appare alla finestra della stanza in cui sono rinchiusi, minacciandolo con una pistola ed intimandogli di “Togliere le mani da sua moglie”.
Apparizione divina.

Finora, Outlander non ha mancato di incantarci. 
I lettori della saga cartacea sanno benissimo cosa ci aspetta, a grandi linee, nelle prossime puntate...  per coloro che non lo sanno: preparate fazzoletti e tanta tanta Nutella. Ne avrete bisogno
La scena della fustigazione di Jamie, una delle scene più claustrofobiche ed emotivamente provanti che io abbia mai visto, sarà NULLA a confronto della tensione che si andrà sviluppando nei prossimi episodi.

Restate quindi sintonizzati con New Adult Italia, dove commenterò per voi la seconda parte della serie Outlander! 
E come recita il motto dei Fraser: Je suis prest.



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