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martedì 28 luglio 2015

Recensione Roma 46 d.C., Vendetta di Adele Vieri Castellano (Serie Roma Caput Mundi #4)






Titolo: Roma 46 d.C. - Vendetta 
Autrice: Adele Vieri Castellano  
Editore: Autopubblicazione Amazon, AVC Historiae
Pagine: 320  
Formato: cartaceo/ebook 
Pubblicazione: 12 luglio 2015 
Livello di sensualità: medio-alto 
POV: Terza persona







Trama: Contraccambiare il male ricevuto con il male peggiore. Questo è ciò che ha spinto un uomo misterioso a compiere l’atto più nefando. Marco Quinto Rufo questa volta non dovrà combattere guerre, né affrontare feroci barbari ai confini dell’Impero, perché la vendetta ha bussato alla sua porta e pretende un tributo di sangue. Non il suo, né quello di sua moglie ma quello di un essere indifeso che il vile, oscuro, nemico gli ha sottratto. Lui che non teme nulla e nessuno dovrà affrontare il Male Supremo, faccia a faccia, in una partita a due che avrà un solo vincitore ma non un solo protagonista. Perché in quei giorni oscuri e terribili, l’amore riuscirà a sconfiggere l’odio e un suo germoglio nascerà nel cuore dell’arciere siriano Arash Tahmurat…

Commento di Ermione:
Sióre venghino! Son tornati gli antichi romani!

Aspetto sempre con trepidazione l’uscita dei romanzi di Adele Vieri Castellano, sicuramente una delle mie autrici (e, intenzionalmente, non aggiungo “italiane”) preferite. E non aggiungerei nemmeno “di romance”, perché è vero che i suoi romanzi sono pervasi di amore e passione, ma ho sempre avuto il netto sospetto che, se fossero firmati, che so, ALDO Vieri Castellano, sarebbero catalogati come romanzi storici d’avventura…

D’altra parte, credo che etichettarli semplicemente come “romance” possa generare aspettative inappropriate in chi magari cerca solo un “romanzetto” rosa d’evasione. Per carità, nulla in contrario nei confronti del genere, di cui mi dichiaro – orgogliosamente – assidua consumatrice, ma se si cerca una commediola romantica di semplice lettura…beh, questa è un’altra cosa.

Roma 46 d.C. – Vendetta non deluderà, invece, chi conosce e apprezza lo stile di questa autrice, accurato e ricco di dettagli, ma mai noioso o pesante (…sempre che non ci si aspetti il “romanzetto” di cui sopra). La scrupolosa ricostruzione storica di personaggi, ambienti e usi della prima età imperiale arricchisce e supporta il ritmo serrato degli eventi e le passioni che investono i protagonisti (e non solo). Già, perché in questo romanzo è quasi difficile individuare “i” protagonisti: ritroviamo Rufo e Livia, già protagonisti di 40 d.C – Destino d’amore, a distanza di 6 anni dal loro primo incontro, quella sera nella Suburra, ma le loro vicende, che sono sicuramente al centro della narrazione, si intrecciano con una “nuova” storia d’amore (tra Arash e Mirta) e si arricchiscono grazie al contributo di vecchi (Tassus e Brinnone, tra gli altri) e nuovi personaggi (da tener d’occhio Valente, l’ “orso marsicano”…).

Ritroviamo anche la scrittura sinestetica di Adele Vieri Castellano, che non si limita a “descrivere”, ma “dà vita” ai suoi personaggi, e permette al lettore di “vedere” la Roma antica, con i suoi templi e sfarzosi palazzi, ma anche con i suoi vicoli sporchi e malfamati, di sentirne gli odori (dai profumi delle siepi agli olezzi della Suburra) e persino i sapori (dei cibi raffinati come di quelli da taverna).

Insomma, ancora una volta, si può apprezzare il lavoro di cesello, che nulla toglie alla capacità di coinvolgere il lettore, che si trova combattuto tra il desiderio di divorare il romanzo in fretta e furia e quello di prendersi il giusto tempo per assaporarne i dettagli.

Chi conosce la serie Caput Mundi sarà lieto di rincontrare Rufo e Livia, e il loro amore, sempre passionale e mai stucchevole, tutt’altro che assopito, nonostante ora siano una famiglia, con la piccola Valeria (che si dimostrerà bimba “di carattere”, come mamma e papà). Che dire di Rufo? Personaggio, per me, assolutamente indimenticabile. Lo ritroviamo senatore e consigliere dell’imperatore Claudio, ma egli resta sempre e soprattutto un guerriero, impavido, duro, feroce e spietato, ma anche un uomo retto, umano e tenero, dotato di un eccezionale carisma, sprezzante della morte e vinto solo dall’amore. Anche Livia rimane una protagonista “nelle mie corde”: orgogliosa, tenace e coraggiosa, senza tuttavia risultare anacronistica. La ritroviamo moglie e madre, alle prese con un evento emotivamente dilaniante, il rapimento di Valeria, che affronta con grande forza e razionalità (da madre, riesce a comprendere l’errore di un’altra madre “sotto ricatto”, l’ancella nutrice Larentia), sempre sorretta dall’amore di Rufo.

Il romanzo si apre con la conquistata serenità familiare che viene turbata dalla sete di vendetta di Gaio Cornelio Fusco, un personaggio già incontrato in Roma 42 d.C. - Cuore nemico, e le vicende narrate si dipanano attorno al rapimento e al tentativo di salvare la piccola dalle sue mani sanguinarie.

In questo contesto nasce l’amore tra Arash e Mirta. Lui, guerriero siriano, formidabile arciere…nonché (chevvelodicoafa’!) praticamente una statua di bronzo fuso, dai lunghi capelli neri, che in battaglia raccoglie con un laccio di cuoio, e un volto rapace dagli occhi d’ambra. Lei, figlia di Larentia, “donata” appena ragazzina dal suo padrone al tempio di Ecate, vergine ancella dell’oscura dea, ha appreso a suon di cinghiate la mansuetudine, ma anche la forza d’animo e la sopportazione. Gettata improvvisamente nel mondo degli uomini si guadagna da subito il loro rispetto, mostrando coraggio e abnegazione, disposta anche all’estremo sacrificio per riparare all’errore di sua madre. Un’altra donna forte e determinata, ma credibile.

Non aggiungo altro sulle vicende, che sicuramente potranno appassionare il lettore.

Le lettrici, poi, non potranno non apprezzare il rinvigorito “vivaio” di uomini alfa da infarto, purtroppo irreperibili in natura (perché, “come fa gli gnocchi la sciùra Castellano”…!), e pregustare quanto potrà riservare il futuro della serie. A proposito del futuro, l’epilogo ci regala un piccolo assaggio del prossimo romanzo in cui dovremmo rivedere Valerio Messalla e il principe Raganhar (con tanto di rievocazione della “famosa” notte non Calpurnia…”chi sa” comprenderà…).

Posso alla fine confessare che quando lessi che in questo romanzo avremmo ritrovato Rufo e Livia con prole ho un po’ storto il naso, perché chi conosce i miei gusti in fatto di letture sa bene quanto io detesti le scenette di vita familiare (con gravidanze e parti annessi) con cui spesso ci deliziano gli epiloghi dei romance. Preferisco sempre fermarmi al “e vissero per sempre insieme felici e contenti (e il resto son fatti loro)”. Per fortuna questo romanzo non ha urtato la mia (in)sensibilità da questo punto di vista e non mi ha fatto sentire il terribile odore di “minestra riscaldata”: tutt’altro, tra Rufo e Livia son sempre scintille… Ovviamente, consiglio caldamente la lettura di Roma 46 d.C. - Vendetta, anche se suggerirei di farla precedere almeno da quella dei due primi romanzi della serie (anche Roma 39 d.C. merita sicuramente, ma non è strettamente necessario per entrare nel mondo dei protagonisti). Il romanzo è autoconclusivo, ma sarebbe un peccato non conoscere prima il passato dei protagonisti.


Il mio voto è



La Serie Roma Caput Mundi è così composta:

Roma 39 D.C., Marco Quinto Rufo, prequel
Roma 40 D.C., Destino d'amore 
Roma 42 D.C., Cuore nemico 
Roma 46 D.C., Vendetta











2 commenti:

  1. Grazie della bella recensione, un bacio a tutte le admin del blog e buone letture!

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    1. Grazie Adele per essere passata e aver lasciato un commento. Complimenti per il tuo successo. Aspettiamo con ansia le tue prossime creature. :)

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