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giovedì 13 agosto 2015

Recensione Il Ribelle di J. R. Ward (The Moorehouse Legacy series #1)






Titolo: Il ribelle
Autore: J. R. Ward
Serie: The Moorehouse Legacy series #1
Editore: Harlequin Mondandori
Data di pubblicazione: 14 agosto 2015 
Pagine: 175 
Punto di vista: terza persona 
Livello di sensualità: bassa







Trama: Bello e dannato, Nate Walker non ha mai evitato di seguire i suoi sogni, anche se questo ha significato intraprendere la strada più difficile e lasciare la ricchezza della sua famiglia e una donna di cui era innamorato, ma che in realtà puntava solo al suo denaro.
Diretto a New York, è convinto che niente possa impedirgli di aprire il suo ristorante a cinque stelle, finché un guasto all’auto lo costringe a fermarsi al White Caps Bed & Breakfast, o meglio nella cucina della sua proprietaria, Frankie Moorehouse, che gestisce la dimora di famiglia nonostante le notevoli difficoltà organizzative ed economiche. L’ultimo problema in ordine di tempo è stata la fuga del cuoco senza preavviso che l’ha lasciata in balia del caos più completo, almeno fino all’arrivo di Nate.
Senza averlo cercato, lui si ritrova tra le mani un lavoro di cui non ha veramente bisogno. Resterà lì fino al Labor Day, questo è l’accordo che stipula con la coriacea Frankie. Ma col passare dei giorni il suo interesse si sposterà dalla cucina del bed and breakfast alla sua indipendente e risoluta proprietaria sebbene lui sappia già che con una come Frankie un’avventura con data di scadenza è da escludere.

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COMMENTO: Ma davvero questa Ward è la stessa che ha scritto la serie sulla Confraternita del Pugnale nero? Faccio un'enorme fatica a crederlo, o almeno farei, se non fossi certa che è così.

E' un po' difficile per me scrivere questa recensione perché il libro, a distanza di qualche giorno dalla lettura, si è praticamente volatilizzato nella mia testa. Ok, non sono così rimbambita da essermi scordata storia, personaggi e ambientazione, ma a livello di sensazioni non mi ha lasciato nulla. Peccato, perché ci sono un bel po' di libri da leggere della zia Ward, oltre all'amatissima saga dei vampiri.

Ma veniamo al libro: un romanzetto semplice semplice, senza infamia e senza lode. scritto benino, ma non con lo stile cui siamo abituate. Della Ward odierna c'è solo l'ambientazione (cosa vi ricordano i mondi Adirondack?)

Frankie è una donna che sa cos'è il sacrificio: manda avanti un B&B sull'orlo del fallimento, dà lavoro a un cuoco con manie autolesioniste, ha una sorella più piccola che non sa neppure togliersi di mezzo, una nonna affetta da demenza senile che vive come se fosse giovane e quelli fossero gli anni venti.

La locanda casca letteralmente a pezzi. Il cuoco si è dileguato all'ultimo momento e chi arriva? Un Vissani con l'aspetto di un modello di Calvin Klein, che guarda un po', salva la situazione.
Lui, Nate, è uno chef rinomato che desidera aprire un ristorante stellato nella Grande Mela, Frankie alla grande Mela ha dovuto rinunciare per aiutare la famiglia.

Riuscirà una donna senza più sogni e speranze a trovare la felicità accanto a un uomo che da una donna è stato ferito? Ovviamente sì. Che noia, e per dirlo io che sono una fan del lieto fine... Il fatto è che c'è tutto, ma appena abbozzato, come se in queste prime opere fossero contenuti i germogli per quello che la Ward avrebbe creato dopo.

Ma diciamoci la verità, se questi primi lavori sono serviti a regalarci quello che la Ward è adesso, accettiamo tutto quanto.




Il mio giudizio è

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