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giovedì 28 luglio 2016

Fujoshi: viaggio nel baratro dello Yaoi e del MM
Da Tactics a Half Wild


Ohayo minna-san!

Ormai di me sapete che sono una Otaku Bookaholic Tsundere, ma quello che non sapete è che sono anche una FUJOSHI e che a gettarmi in questo baratro è stata una mia cara amica che citerò con mio e suo grande piacere, ovvero Virginia de Winter, mia “anime” gemella e compagna di disagio, nonché grande scrittrice italiana.
ll termine Fujoshi (letteralmente “ragazza marcia”, una definizione non particolarmente simpatica ma che gioca con i caratteri e la pronuncia giapponese della parola "donna sposata") è stato coniato dai mass media giapponesi per riferirsi alle appassionate del genere Yaoi, mentre il termine Fudanji identifica gli appassionati di sesso maschile del genere.
Avrete, quindi, capito che l’argomento di cui vi parlerò oggi riguarda i sottogeneri di Seinen e Josei, Shoujo e Shonen, ovvero Yaoi, Yuri, Shonen-ai e Shoujo-ai.



Sono molti i lettori di fanfiction che amano leggere storie cosiddette “slash”, ovvero storie focalizzate sulla rappresentazione di relazioni romantiche tra due o più personaggi dello stesso sesso (quasi sempre maschili). Il termine deriva dall'uso del carattere tipografico slash (/) inserito in mezzo ai nomi dei protagonisti della storia e originariamente era riservato alla categoria di fiction che aveva come elemento primario della trama l'evoluzione della relazione tra i partner maschili nelle modalità esplicite della letteratura per adulti.
Le radici delle slash fiction pare risalgano al diciannovesimo secolo, quando autrici vittoriane rimaneggiarono dei racconti su Sherlock Holmes, ponendo l’accento su un interesse più che professionale tra il detective privato ed il suo assistente, Dottor Watson.
Oggi “Slash” è più genericamente usato per descrivere qualunque coppia (pairing) i cui componenti siano entrambi maschi (mentre solitamente si usa femslash per definire un rapporto tra donne).
Nella classificazione dei romance, invece, gli addetti ai lavori usano definire i romanzi incentrati su storie a tematica omosessuale Male to Male o MM.
Negli anime e manga giapponesi, lo slash ha diversi gradi e diverse definizioni, che costituiscono i sottogeneri dei generi più diffusi.

Lo Yaoi (yama nashi, ochi nashi, imi nashi, che tradotto suona come “nessuna trama, nessuno scopo, nessun significato”) è un genere dove protagoniste sono coppie omosessuali maschili in cui si descrivono anche scene di sesso esplicito.
Si tratta a tutti gli effetti di un genere consigliato ad un pubblico maturo, specialmente femminile, ma è apprezzato anche da quello maschile, molto diffuso sia in oriente e recentemente anche in occidente.
Sekai-ichi Hatsukoi
Le storie yaoi sono sentimentali ed erotiche ma va specificato che le scene di sesso non sono fini a se stesse (come accade invece nel genere HENTAI, letteralmente “sessualmente pervertito”, in cui le scene sessuali sono molto particolareggiate), ma sono funzionali alla storia.
Numerosi sono gli stereotipi che le contraddistinguono, come una certa differenza, spesso anche grafica, che generalmente caratterizza colui che è attivo nell'atto sessuale (seme, disegnato come più prestante e mascolino) e colui che è passivo (uke, più effeminato e delicato).
Esempi di manga e anime Yaoi sono: Junjou romantica, Sekai-ichi hatsukoi, Super Lovers.

Lo Shonen-ai (shōnen, "ragazzo" e ai,"amore") tratta una relazione affettiva omosessuale tra adolescenti o giovani ragazzi, spesso affini ai canoni bishonen.
Loveless
Bishonen (lett. "bel ragazzo") indica un canone estetico di bellezza maschile tipicamente giapponese. Negli Yaoi e negli Shonen-ai, il termine viene usato per esprimere la tipica bellezza dei ragazzi omosessuali, mentre il prefisso “bi” si riferisce specificatamente alla bellezza femminile.
Il genere shōnen-ai sviluppa le relazioni dal punto di vista affettivo e prettamente romantico, a differenza del genere yaoi che, invece, si focalizza di più sull'atto sessuale esplicito e non velato. Solitamente i disegnatori di Shonen-ai sono donne e il genere è pensato per un pubblico femminile. Esempi di Shonen-ai sono Uragiri wa boku no namae wo shitteiru (in Italia, Il tradimento conosce il mio nome), Loveless, No. 6.

Il genere Yuri (letteralmente “giglio”) si riferisce ad anime e manga che trattano amore, desiderio, attrazione fra donne.
A differenza del corrispondente maschile yaoi, è poco considerato e molto poco conosciuto, soprattutto in occidente. Le poche serie che presentano coppie omosessuali femminili giunte nel nostro Paese sono andate incontro ad un'ampia e spesso feroce censura: pensiamo, ad esempio, alla versione italiana dell'anime Sailor Moon.
Un esempio di anime yuri è Sakura trick.

Negli anime e manga, gli shōjo-ai sono opere in cui il tema è l’ "amore tra ragazze": trattano, cioè, relazioni, affettive o sessuali tra donne.
Il termine, parallelo a shōnen-ai, in Giappone è utilizzato unicamente all'interno dell'ambiente delle dōjinshi (riviste amatoriali opera di fan di anime e manga); al di fuori del Giappone, cioè in Europa e Stati Uniti, Shoujo-ai viene usato come sinonimo di yuri. In Giappone, però, tale termine nella sua accezione primaria, ha un significato negativo, perché si riferisce alla pedofilia indirizzata verso soggetti femminili, per cui si preferisce adoperare yuri, decisamente più corretto, rispetto a shōjo-ai che mantiene connotati negativi.

Essere una Fujoshi significa amare gli anime e i manga yaoi, ma significa anche altro. In un mondo dove spesso l’omofobia è dilagante, dove un bacio tra due uomini o tra due donne non è visto come un semplice bacio, dichiarare di leggere e guardare opere che raccontano storie d’amore omosessuali significa anche sostenere che quelle storie sono normali e sono, anzi, bellissime. Posso affermare con cognizione di causa che le storie yaoi sono appassionanti, romantiche, divertenti, piene di sentimento, a volte più delle storie cosiddette Male to Female.

Essendo anche un’amante di fantasy, per il nostro consueto confronto tra un anime/manga e un libro, ho scelto di parlarvi di Half Wild (secondo libro della Half Bad Saga) di Sally Green e Tactics, manga di Sakura Kinoshita e Kazuko Higashiyama da cui è stato tratto un anime, appartenenti entrambi al genere Shonen-ai.

Titolo Originale: Half Wild
Autrice: Sally Green
Serie: The Half Bad Trilogy #2
Genere: YA/ Fantasy
Editore: Rizzoli
Data di uscita: Giugno 2015
Valutazione: 5 stelle

Trama: Il mondo è diviso in due fazioni di Incanti, Bianchi e Neri, dotati di grandi poteri magici, in guerra perenne tra di loro. Essi vivono tra gli esseri umani che non hanno consapevolezza della loro esistenza. Tra gli Incanti, il diciassettenne Nathan è un abominio, figlio dell’Incanto Nero più potente e violento del mondo e di un Incanto Bianco, cioè un Mezzo Codice.
Tutti sono a caccia di Nathan: nessun posto è sicuro e non ci si può fidare di nessuno, nemmeno di chi si ama. Ora che Nathan ha avuto il proprio dono è in fuga dai Bianchi, ma i Cacciatori gli stanno alle calcagna e nulla li fermerà dal catturarlo e dal distruggere suo padre.

Recensione:
Dato che sto parlando del secondo libro della saga, è il caso di dare un quadro generale della trama sia del primo che del secondo libro. La storia è ambientata nell’Europa contemporanea, in un mondo dove la magia esiste e i Profani (umani senza poteri) e gli Incanti (persone dotate di poteri magici) convivono, nonostante i primi non siano al corrente dell’esistenza di questi ultimi. Gli Incanti possono essere Bianchi o Neri, a seconda del tipo di magia che sono in grado di praticare, e al di sotto dei 17 anni vengono detti Crisalidi. Una Crisalide di discendenza mista Bianca e Nera è detta Mezzo Codice, mentre una Crisalide di discendenza mista Bianca e Profana o Nera e Profana è detta Mezzo Sangue. (Se avete pensato a eventuali somiglianze con HP, giuro che queste si fermano a queste definizioni!)

Per tutta la vita, a Nathan Byrn è sempre stato insegnato che gli Incanti Bianchi sono buoni e gli Incanti Neri sono malvagi. Purtroppo, però, la cosa è più complicata di così: Nathan è un Mezzo Codice, ovvero metà Bianco e metà Nero. Sua madre era un Incanto Bianco e suo padre è Marcus Edge, il più potente e malvagio degli Incanti Neri. Allontanato dalla sua famiglia e rinchiuso in una gabbia a quattordici anni, Nathan ha solo una certezza: prima dei suoi diciassette anni dovrà fuggire e partecipare alla Cerimonia di Consegna dei Doni, che lo renderà un Incanto adulto a tutti gli effetti, o morirà. Quando infine riesce a fuggire, Nathan si mette alla ricerca di Mercury, un Incanto Nero che si occupa di aiutare (non in modo disinteressato!) Incanti e Mezzo Sangue. Tramite una serie di contatti, Nathan raggiunge Gabriel, un Incanto Nero che lavora per Mercury. Una volta venuta a conoscenza della sua situazione, Mercury decide di aiutare Nathan a ottenere i suoi tre doni per il suo diciassettesimo compleanno, ma a una condizione: Nathan dovrà uccidere il suo stesso padre. Fin qui il primo libro, Half Bad.

In Half Wild, il secondo libro della serie, Nathan ha ottenuto i suoi tre doni da Marcus stesso e si scopre un Incanto Nero, come suo padre e suo nonno prima di lui e, come Marcus, Nathan ha la capacità di trasformarsi in un animale.
Nel frattempo, Neri, Bianchi e Mezzo Sangue creano un’ Alleanza per combattere insieme contro i Bianchi che li vogliono sterminare.
Nathan, però, deve prima salvare Annalise, un Incanto Bianco di cui è innamorato, prigioniera di Mercury.
A Gabriel non piace Annalise e non solo perché il ragazzo si è evidentemente innamorato di Nathan. Gabriel non si fida di lei, ma per amore di Nathan lo asseconda, mettendo in pericolo la sua stessa vita pur di aiutarlo a liberarla.
Così, Nathan si trova conteso tra l’amore che prova per Annalise e ciò che sente per Gabriel, tra la sua natura bianca e quella nera, tra il desiderio di conoscere Marcus, il padre che non si è mai curato di lui, e il timore della sua natura di Nero. Marcus è davvero ciò che sembra? E Gabriel è davvero un semplice amico?

Quando iniziai Half Bad, non avevo previsto che Gabrièl (detto alla francese) potesse diventare altro per Nathan in Half Wild che non un semplice compagno d’avventure. Già Half Bad era un libro strano, sia perché il protagonista è un ragazzo e non una ragazza come solitamente accade nella maggior parte dei fantasy (cosa a me particolarmente gradita, dato che io preferisco il PoV maschile), sia per il mondo di magia che la Green ha creato (Incanti Bianchi contro Incanti Neri, dove Bianco non sta per bene e Nero non sta per male, almeno non sempre).
Il fatto che si sia arrivati a questo, a Nathan e a Gabriel insieme, mi ha gettato all'improvviso in uno shonen-ai, senza che fossi preparata a reggere il colpo e io ci sono letteralmente annegata dentro.
Ho adorato Half Bad ma ho amato Half Wild.
Nathan è un personaggio in costante bilico con se stesso, continuamente dilaniato dalla sua doppia natura di Bianco e di Nero, cosciente della sua forza, del suo essere wild, in accordo con il Dono di suo padre, ma anche fermamente determinato a essere Bianco.
E poi c’è Gabriel... Gabrièl alla francese!
Gabriel è un ragazzo affascinante, bellissimo, innamorato perso di Nathan. Nero fino al midollo e fiero di esserlo, profondo conoscitore di Nathan e della sua natura. È colui che lo tiene ancorato alla normalità e alla bontà, cosa assurda se si pensa che è un Nero. Il rapporto che li lega è di una bellezza infinita.
Mi sono sdilinquita nel leggere cosa provasse Nathan per lui e le dichiarazioni d'amore di Gabriel per Nathan.

|Faccio scivolare la mano su fino alla sua spalla e dietro il collo. Piego appena la testa, chinandomi in avanti, e lui non si muove. È immobile. La mia mano è intorno al suo collo, fra i suoi capelli. Non gli guardo gli occhi ma le labbra, e più piano che posso dico: «Gabriel.»
Gli sono così vicino che le nostre labbra quasi si toccano, e poi mi avvicino ancora e ora si stanno toccando mentre ripeto il suo nome.
È come un bacio ma non proprio, è bello e ne voglio ancora. Muovo le labbra senza pronunciare il suo nome, sfiorandole, poi più vicino, accarezzandogli le labbra con le mie. E lui mi bacia. Non m’importa più di nulla. Voglio sentire di più, lo desidero moltissimo, bacio Gabriel sempre più intensamente sulla bocca e attiro il suo corpo a me stringendolo il più forte possibile, con le braccia intorno a lui, le bocche aperte, le lingue che si accarezzano, i denti che si scontrano, e poi lo respingo. Lo spingo forte contro la parete, mi ritraggo ed esco dal bagno.
Dovrei essere con Annalise. Non capisco nulla di quello che mi sta succedendo.|

|«Non voglio morire, Nathan. Non voglio morire salvando una ragazza che disprezzo e di cui non mi fido. Una ragazza che penso ti abbia tradito e che ti tradirà di nuovo. E, per essere egoista per un momento» si gira a guardarmi, «non penso che tu sia neppure minimamente interessato a quello che voglio io, vero?»|

| «Se tu combatti, allora lo farò anch’io.»
«Se non ci credi, Gabriel, non farlo.»
«Non posso non stare con te, Nathan. Volevo lasciarti in quella tomba e andarmene via ma non ci sono riuscito. Non posso allontanarmi da te di dieci passi senza sentirmi male. Ogni secondo che passiamo insieme mi è prezioso. Ogni singolo secondo. Più di quanto tu immagini.» Guarda a terra e poi di nuovo nei miei occhi. «Sarò tuo amico per sempre. Ti aiuterò finché avrò fiato e resterò con te. Ti amo, Nathan. Ti amo dal giorno in cui ti ho incontrato, e ti amo ogni giorno di più.»|

Se tu combatti, allora lo farò anch'io. Se vuoi salvare Annalise, rischiando di morire, lo farò con te. Per te. Non ti lascerò mai solo. Questo pensa Gabriel, pur sapendo che Nathan ama un'altra e non può corrisponderlo, pur sapendo dentro di sè che Annalise non è quello che sembra.
Ma Nathan è tutto per Gabriel.
A lui non importa che sia un Mezzo Codice, che sia deriso dai Bianchi e snobbato dai Neri.
Per Gabriel Nathan è la perfezione assoluta, l'unione tra Bianco e Nero.
Adoro lo stile della Green e il suo modo di caratterizzare i personaggi. Adoro le sue ambientazioni e il suo modo di usare la magia e gli elementi magici.
Uno dei fantasy più belli e particolari che abbia mai letto.


                                                      
Titolo: Tactics
Titolo Originale: Takutikusu
Autrici: Sakura Kinoshita e Kazuko Higashiyama
Genere: Occulto investigativo/Shonen-ai
Data di uscita manga: 2001/20013
Data di uscita Anime: 2004/2005
Valutazione: 4 stelle

Trama: Kantarou Ichinomiya è un giovane uomo con la capacità di vedere i demoni e altre creature mitologiche. Quando era un bambino, questa capacità lo ha portato a essere allontanato dagli esseri umani. I suoi amici yokai (spiriti e demoni) gli rivelano che, per essere più forte, deve trovare il tengu mangia oni e dargli un nome, così da diventarne padrone con un contratto che può essere rotto solo da colui che lo nomina.Crescendo, Kantarou diventa studioso di folklore ed esorcista. Un incarico lo porta in una montagna dove un santuario segna il luogo in cui è stato sigillato il tengu mangia oni. Invocando il tengu con il nome di Haruka, Kantarou rompe il sigillo e diventa padrone di Haruka.

Recensione:
Tactics è un manga shonen-ai di genere occulto-investigativo, protagonisti del quale sono le creature soprannaturali della mitologia giapponese, yokai, tengu, oni, aradama, tsukaima.
Kantarou, sin da bambino, ha il dono di percepire la presenza di questi demoni e spiriti. Proprio grazie a questo potere, decide di approfondire gli studi nel settore esoterico e si pone come obiettivo quello di trovare e togliere il sigillo al più potente dei demoni, il tengu mangia oni. Lo trova e lo chiama Haruka, vincolandolo a sé con il nome che gli ha donato. Kantarou e Haruka diventano inseparabili e insieme incontrano diversi spiriti, alcuni dei quali si dimostreranno amichevoli, altri invece malvagi, in una serie di avventure che li farà avvicinare sempre di più.

Haruka, però, ha perso i ricordi di chi l’ha sigillato, rendendolo prigioniero, e tale mancanza di memoria lo turba molto, così come la sua incapacità di uccidere gli Oni sotto l’influenza di Kantarou, il quale è contrario all’uccisione dei demoni. Ma si dice che il mostro ucciderà colui che lo ha intrappolato, e questa è una legge che niente e nessuno potrà cambiare.
E proprio questo è il senso delle parole che Sugino, un tengu bianco, rivolge ad Haruka:
“Mangia Oni, c’è una differenza tra umani e mostri: nessun mostro cambierà mai il suo modo di essere. Ricordalo: un mostro ed un umano sono incompatibili.”
Così, quando Haruka comincia a sentire per Kantarou un odio immotivato, tale da volerlo uccidere, si rende conto che la sua memoria sta tornando e con essa i suoi istinti di demone. A sigillarlo è stato, infatti, un progenitore di Kantarou ed è per questo che la natura di Haruka lo vuole morto.
Haruka è un demone e non potrà mai fidarsi di un umano. La sua natura glielo impedisce e nemmeno Kantarou può fare eccezione. Così Haruka si arrende a sé stesso e nel momento in cui sta per trafiggere Kantarou, il ragazzo gli dice:
“Tu sei la persona più importante per me, non si tratta di un umano e di un mostro, si tratta di te e di me. Haruka, fai quello che desideri… se vuoi uccidermi, fallo.”
Ma Haruka si vede riflesso negli occhi di Kantarou e, fermata la mano che brandisce l’arma, torna in sé, ormai spezzato dal rimorso per aver tentato di uccidere Kantarou.
“Kantarou, io ho cercato di ucciderti. Adesso so quello che sono, perciò non posso permettermi di tornare da te.”
Pur avendo ancora il legame, i due si separano, ma le ragioni del cuore sono tali che riescono a cambiare persino la natura di un demone quale è un tengu potente come Haruka.
”Haruka, io morirei per te.” “Kantarou, riprendimi con te.”
Anche in Haruka convivono, come in Nathan, due nature contrapposte ma alla fine è stato lui a scegliere quale delle due far prevalere.
La narrazione dell’anime è prevalentemente episodica, anche se traspare una trama continuativa. L’azione in genere è limitata alla parte finale dell’episodio, mentre per il resto Tactics si avvicina al genere investigativo, con la risoluzione di misteri legati alla tradizione mitologica giapponese.
E’ un bel modo di imparare molto sul mondo di demoni e spiriti di una tradizione culturale tanto diversa da quella occidentale, ed ecco perché, oltre alla delicata storia d’amore tra Haruka e Kantarou, consiglio di guardare o leggere Tactics.

In definitiva, Nathan e Haruka hanno in comune il tormento dell’anima, l’essere qualcosa che cozza con la volontà di essere altro per se stessi e per chi si ama.
Un Incanto Nero che prevarica l'indole del Bianco e un potente Tengu, istinto demoniaco, incompatibile con la natura umana. Tuttavia, ciò che importa non è l’esito della guerra, ma la battaglia che si combatte per essere ciò che si desidera.

Da grande amante del genere, spero che questo articolo abbia suscitato un pizzico di interesse per questo mondo fatto di emozioni e anche magia, non solo quella tradizionale, ma soprattutto quella dei sentimenti.
Un ringraziamento speciale a Virginia de Winter per la stoica sopportazione della sottoscritta e a Chiara  per la preziosa consulenza sulle definizioni dei generi.


Arigato gozaimasu!

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