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martedì 11 aprile 2017

Recensione Ombre sulla pelle di Leila Awad


Titolo: Ombre sulla pelle
Autrice: Leila Awad
Serie: no, autoconclusivo
Editore: Centauria
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2016
Genere: romanzo storico
Pagine: 362
Narrazione: terza persona
Livello di sensualità: molto basso

Trama: Nella Francia del Seicento una donna dovrebbe desiderare solo due cose: rispettabilità e matrimonio. Però Martine e Lucrezia la pensano diversamente. Appartengono a mondi che sembrano destinati a non incontrarsi mai: l'una è figlia di un soldato divenuto Cavaliere, e sogna terre straniere, orizzonti sconfinati e una società più giusta; l'altra è un'aristocratica coccolata, colta ed elegante, dilaniata tra il suo grande amore e le scelte della famiglia. Invece, il destino le getterà fianco a fianco in un'avventura tempestosa di passioni fatali, tradimenti e vendette, a caccia di un manoscritto che può far vacillare il trono e alla scoperta di un segreto inconfessabile nascosto nel loro passato. Insieme a loro si batte un manipolo di moschettieri, risoluti a sventare il complotto contro il loro sovrano, Luigi XIV. Il Re Sole, che domina la scena con il suo fascino e la sua sensualità, deciso a portare la Francia al culmine dello splendore e che darà vita a Versailles. Martine, Ivry, Lucrezia. Alexandre, Lucrezia, Luigi. Maria Teresa, Luigi, Enrichetta. Mentre gli eventi incalzano, le coppie si scambiano e i triangoli si intrecciano con ombre del passato e pericoli del presente, giochi d'amore e intrighi di corte, ambizioni nascoste e desideri fin troppo palesi. Un romanzo di sensi e avventure che è un raffinato, appassionato giro di danza con la grande storia di Francia e con le umane, irresistibili vicende di due donne alla ricerca della loro verità.

Recensione di Alice:
La lettura di questo romanzo è stata travagliata, perché è coincisa con un periodo pieno zeppo di attività e l'ho trascinata avanti per giorni e giorni, sforando vergognosamente dalle mie solite tempistiche. Però è stato meglio così, perché è un libro che va assaporato, richiede il suo tempo e una buona dose di attenzione.

Ammetto che la copertina e il titolo mi avevano portata fuori strada. Pensavo fosse un romance storico licenzioso e frivolo, mentre è esattamente il contrario. È un romanzo storico, non un romance, due lettere diverse ma un universo intero di differenze. Non voglio farvi "la lezioncina" quindi la farò breve: il romance storico ha come oggetto principale la storia d'amore, ambientata nel passato, ma l'epoca storica rimane in secondo piano, è un mero palcoscenico su cui si muovono i protagonisti. In un romanzo storico, invece, è la Storia la vera protagonista: personaggi realmente esistiti vengono romanzati, ma in pieno rispetto di quello che si conosce su di loro e sulla loro vita. 

Ombre sulla pelle è un bellissimo romanzo storico, di gran classe e prezioso come i più raffinati classici senza tempo. Il paragone più scontato sarebbe Dumas, visto il periodo storico, l'ambientazione francese e la presenta dei Moschettieri. Ma, per fare altri esempi, si potrebbe paragonare anche a Désirée di Annemarie Selinko o, cambiando radicalmente ambientazione e periodo storico, Le memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Ecco, personalmente vi ho trovato la medesima classe e lo stesso amore per la storia di queste grandissime autrici. 

Il protagonista indiscusso di questo romanzo è Luigi XIV, il Re Sole, il giovane monarca che aveva una visione grandiosa per la Francia, splendore rappresentato dalla Reggia di Versailles, uno dei suoi progetti più ambiziosi. L'autrice lo tratteggia con un equilibrio perfetto tra personaggio politico, con la sua aura intoccabile di uomo di potere, e il ragazzo a malapena trentenne, che non ha avuto un'infanzia, sempre consapevole di dover divenire un Re e portare sulle proprie spalle il peso della responsabilità di una nazione intera. Un personaggio estremamente affascinante, pur con tutti i suoi difetti. 

Intorno a lui si accalcano un numero incredibile di personaggi, in una narrazione corale e così intrecciata che a volte mi ha disorientata. Alexandre e Lucrezia, amici di infanzia prima, innamorati poi, consapevoli di non poter stare insieme, perché uno è il figlio cadetto di un nobile, che ha scelto la vita del soldato invece che quella clericale, mentre l'altra è l'unica figlia di una famiglia nobile e antica, che dovrà combinare un matrimonio importante, per portare ulteriore lustro alla propria famiglia. Alexandre mi ha colpita per il suo senso di lealtà incrollabile, Lucrezia per il suo essere combattuta tra il proprio cuore e la ragione, a volte in modo irritante. 

Ci sono poi Martine, Marc e Bontemps, un triangolo su cui ho sospirato parecchio, lo ammetto, e per qualche pagina ho sperato che davvero fosse un romanzo frivolo e licenzioso, perché questi tre promettevano davvero belle cose, ma va bene lo stesso. Martine non è una nobile, anzi, prova una certa insofferenza per il sistema ingiusto delle classi sociali, che obbligano ogni individuo a rimanere nella condizione in cui nasce, in particolare alle donne. Martine sente già il profumo della Rivoluzione che verrà ed è pronta al cambiamento, anzi lo agogna al punto da essere disposta a rinunciare all'amore che prova per Marc e abbracciare la libertà che le offre il locandiere Bontemps. O forse no? 

Intorno a Luigi, inoltre, aleggiano figure femminili formidabili, ognuna delle quali lo ama a suo modo, a partire dalla madre, che lo ha protetto con le unghie e con i denti dalla morte del marito, Maria Teresa, la moglie spagnola timida e dimessa che fa risaltare ancora di più Enrichetta, l'amante, bellissima e spregiudicata. E come non nominare Filippo? Il fratello minore di Luigi, da sempre messo in ombra dalla sua figura luminosa e ingombrante, eppure, nonostante la competizione e l'invidia, il sangue non è acqua... 

Non mi sento di accennare alla trama, perché è costruita ad arte e, come un castello di carte, mi basterebbe dire una parola di troppo per rovinarne la perfetta geometria e farle crollare tutte a terra, quindi leggetelo. Gli intrighi politici di corte si intrecciano con le vicende personali ed amorose di tutti i protagonisti, regalando una lettura ricca su più livelli.

Lo stile di Leila Awad è impeccabile, sobrio, elegante, lineare. Dipinge quel periodo francese con una vividezza e una precisione ammirabili, senza mai eccedere in dettagli e diventare noiosa. L'unica cosa di cui ho sentito la mancanza, per una pink addicted come me, è un approfondimento della componente romantica delle vicende, ma è una cosa totalmente soggettiva.

Concludo consigliando questa lettura a tutti, perché è diverso, raffinato e scritto benissimo, un gioiello della letteratura italiana degli ultimi anni. Assolutamente imperdibile per chi ama i romanzi storici e il '700 francese. 
Quattro e mezzo

2 commenti:

  1. Bellissima recensione Ali!! Ogni tanto amo leggere un romanzo storico anche se ammetto che come periodo il 700 francese non lo amo troppo... però potrei farci un pensierino... prima o poi!!

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    1. Grazie Fede! Questo romanzo è stato una bella sorpresa... E ti dirò, anch'io non vado pazza per il 700 francese, ma ho dovuto ricredermi! XD Se ti capiterà di leggerlo, poi fammi sapere!

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