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lunedì 12 febbraio 2018

Recensione Ten Count Vol2 di Rihito Takarai




Titolo: Ten Count
Volume: 2
Autrice: Rihito Takarai
Genere: Manga Yaoi
Editore: Edizioni BD
Collana: J-POP
Data uscita: 24 gennaio 2018

Trama: Shirotani ha finalmente aperto il suo cuore a Kurose, quando quest'ultimo gli comunica l'improvvisa interruzione della terapia. Rinchiusosi in casa per lo shock, riceve un messaggio del terapeuta che lo invita nuovamente a uscire... Come si comporterà dopo aver scoperto il segreto di Kurose? La relazione tra lo psicoterapeuta apatico e il segretario misofobo subisce un'improvvisa accelerata, in questo secondo volume dai rapidi sviluppi.

Recensione di Alexandria:
Finalmente siamo arrivati al secondo volume di Ten Count. Nel frattempo, io ho continuato a tormentare tutti i miei amici sulla necessità assoluta di leggere questo manga, perché Kurose è ENORMEMENTE magnifico e Shirotani di una dolcezza infinita.

E devo dire che i miei sforzi sono stati ripagati, dato che sono riuscita a farlo leggere alla mia “comare” del disagio, Virginia de Winter, che così lo ha definito: “questo manga è pura pornografia lirica”. GAUDIO.

Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, sì… con il fegato dolorante e il cuore un po’ ammaccato.
Kurose ha deciso di interrompere la terapia e, quindi, di non vedere più Shirotani, lasciandolo nella confusione. Dopotutto, era stato Kurose a insistere affinché Shirotani iniziasse a vederlo, nel tentativo di spuntare le voci della lista.
Sembrava anche che Shirotani stesse facendo progressi insieme a lui, e allora perché questo improvviso allontanamento?
Eh, Shirotani, lo sappiamo noi perché!


Dapprima Shirotani sembra convinto di poter gestire la sua fobia: si dimostra più amichevole coi suoi colleghi, si vede spesso con l'amico Mikami.

Ed è proprio con Mikami che Kurose lo incontra, vicino alla caffetteria in cui era solito vedersi con lui. Kurose si convince che Shirotani possa camminare sulle sue gambe e che la sua decisione di non vederlo sia stata giusta. Così i due si salutano.
Questa è la nostra prima e ultima stretta di mano...
Ed è qui che inizia il secondo volume e noi continuiamo a perdere pezzi di fegato.

Kurose sente per Shirotani qualcosa che va al di là del rapporto medico paziente, qualcosa che va al di là anche della semplice amicizia: per lui quella stretta di mano significa lasciare che Shirotani continui la sua vita senza la sua presenza.

Ma per Shirotani stringere quella mano per la prima e forse l’ultima volta significa arrendersi a tutti i tentativi che aveva fatto per essere normale, rinunciare a tutti i progressi che aveva ottenuto grazie a Kurose, e, infine, perdere Kurose stesso.

La reazione di Shirotani a quella stretta di mano è tale da spezzare sia il suo cuore che quello del lettore. IL MIO POVERO CUORE!

Shirotani piomba in un baratro senza fondo. Si chiude in se stesso, smette di andare a lavoro, ritorna, come dice lui, allo ZERO. Kurose l’aveva sollevato, facendogli credere di poter affrontare la vita come una persona qualunque, facendogli credere che trovarsi a suo agio con lui fosse semplice, tanto da poter essere così con tutti. Ma non era vero. Quello che Shirotani era con Kurose capitava solo con lui. E così Shirotani precipita, sempre più giù, sempre più giù…
Vuole dimenticare Kurose, le sensazioni che provava con lui, vuole solo tornare a quello che era prima di incontrarlo. E così lascia fuori il mondo che lo circonda, il suo capo, l’amico Mikami.

Ma a quanto pare Kurose non è intenzionato a permetterglielo.

Un suo messaggio al telefono lasciato spento per giorni rimette il cuore di Shirotani in agitazione,
tanto da spingerlo a correre all’appuntamento con Kurose alla solita caffetteria: prende il treno, si dimentica il portafoglio, scorda persino la sua fobia, nemmeno la pioggia e i microbi che porta con sé lo fermano.

Perchè mi hai inviato quel messaggio?

Ti prego solo di smetterla di telefonarmi e di scrivermi.

Solo così potrò tornare a essere quello che ero prima di conoscerti.

Non pensi di avermi già confuso abbastanza?
Ed è qui che scopriamo il segreto di Kurose, cosa lo abbia spinto ad allontanare Shirotani, cosa lo abbia indotto a richiamarlo.
Bugie.
Era una bugia quella di Shirotani? Non aveva superato nessuna delle sue fobie senza di lui.
Gelosia.
Aveva bevuto il caffè con Mikami? Quella tazza di caffè non aveva mai toccato le labbra di Shirotani.
Attrazione.
Kurose era solo un terapeuta? Era solo un amico? No. Era molto di più.
Se ho cercato di respingerti, Shirotani san, è perché mi sono accorto di essermi innamorato di te. Finché mi consentirai di starti vicino io farò il possibile per farti innamorare di me.

Le sentite le campane che suonano a festa? Le trombe che squillano, mentre Kurose dichiara i suoi sentimenti a Shirotani? La Marcia Trionfale dell’Aida, altroché!
Ma Shirotani sembra confuso, si chiede se sia questo il motivo che ha spinto Kurose a occuparsi di lui e della sua fobia. Non può essere, perché sono due uomini, perché non può davvero volerlo toccare, perché lui è sporco, perché lo sta solo prendendo in giro.
Eppure…
Eppure Shirotani non riesce a non pensare a Kurose, il suo cuore e il suo corpo lo desiderano, come afflitti da una sorta di dipendenza, come se Kurose fosse una droga.
Shirotani non riesce a rifiutare Kurose, sebbene combattuto tra il respingerlo e il volerlo.
Cosa vuoi che ti faccia, Shirotani?
Voglio che tu la smetta.
Eh, no. Decisamente Kurose non ha ascoltato Shirotani.

Quando Takarai sensei, a proposito di questo volume, dice: “Mi rendo conto che questa storia suoni molto come 'tizio sadico educa gradualmente tizio masochista per spingerlo al suo limite massimo di sopportazione', ma vi assicuro che questi due si evolveranno a mano a mano, per cui vi prego di continuare a seguire Shirotani e Kurose in questa storia”, lo fa con cognizione di causa, e questo ve lo conferma una che il manga lo ha letto tutto, fino all’ultimo capitolo del sesto volume.

Kurose non è sadico, Shirotani non è masochista. Kurose non agisce più da terapista e nemmeno da amico. Quello che sente per Shirotani lo porta a fargli cose che la fobia di Shirotani troverebbe inaccettabili, ma quello che Shirotani prova per Kurose gli dà la forza e il coraggio per subirle.



2 BLOGGER PER 1 SCOMMESSA

E ora è arrivato il momento per me di pagare pegno. Recensendo il volume uno di Ten Count, io e la mia cara amica, nonché collega blogger, Federica de L'Ennesimo Book Blog avevamo scommesso che chi avesse avuto tra le due il numero di visualizzazioni più basso avrebbe risposto a una domanda hentai (depravata in giapponese, ndr) dell’una o dell’altra, in base a chi avesse perso.

A quanto pare abbiamo avuto talmente tante visualizzazioni (arigato gozaimasu!), che non è stato possibile stabilire chi abbia vinto. Così abbiamo deciso di farci la domanda sconcia a vicenda. E io lo so che voi non vedete l’ora di sapere a quale disagio risponderemo!

La mia risposta alla domandina di Federica la troverete sul suo blog nella recensione del secondo volume di Ten Count qui.

Ed ecco la mia domanda hentai per lei e la sua risposta.

Fede-chan, sono sicura che tu ricordi un episodio di un certo lavoretto tra due personaggi di un libro a noi molto caro, Il Principe Prigioniero, episodio che noi definimmo avvenire “per interposta persona”.
In questo volume di Ten Count questo lavoretto avviene, diciamo così, per interposto espediente: gli indumenti di Shirotani interposti tra lui e Kurose.
Cosa pensi di quella scena? L’avresti resa in quel modo o avresti preferito che Kurose agisse in maniera più attiva?
Non trattenere la tua hentaiaggine, kudasai!



Secondo me è perfetta così come è stata resa, è adeguata e coerente con la caratterizzazione dei personaggi finora. Per come è fatto Shirotani, e per i suoi disturbi, Kurose non aveva altro modo di approcciarsi a lui in quel momento. Anche se poi, ovviamente, avrà bisogno di ripagargli un completo, perché quello che indossava Shirotani è… rovinato.


Grazie per averci seguito fin qui, al prossimo disagio!
Mataneeeee!

2 commenti:

  1. Ma questo manga è osceno, ma io non lo so, brutto forte! Per non parlare dei disegni, soprattutto quelli delle ultime pagine...............

    Comunque, facendo la persona seria un secondo *AHAHAHAHAHAH* posso dirti che come sempre leggere con te è bellissimo, perchè tu mi capisci. Leggere di questi disagi è anche meglio però, e sai perchè. E siamo state bravissime con la domandina/risposta velatamente hentai.
    Al prossimo capitolo che facciamo? u.u

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fede-chan hai ragione: ENORMEMENTE osceno!
      Il divertimento di leggere insieme sta nei commenti improponibili e assolutamente privati. La reputazione (che non ho) è una cosa seria.
      Sul cosa inventarci per la prossima volta abbiamo due mesi di tempo, fino al prossimo volume. Ci verrà qualcosa in mente, o qualcuno più disagiato di noi ce lo suggerirà ;)

      Elimina

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